Genova, 14 Maggio 2020 – Leggi il documento della Società Nazionale di Salvamento “Protocollo condiviso sulla gestione della sicurezza delle aree balneari – Vademecum operativo per il contrasto alla diffusione del Coronavirus” (scarica il documento in PDF a fine pagina).
Protocollo condiviso sulla gestione della sicurezza delle aree balneari
Vademecum operativo per il contrasto alla diffusione del Coronavirus
Il settore dell’attività balneare è una realtà importante per l’economia italiana. La Società Nazionale di Salvamento, nell’ambito delle sue funzioni di studio, ricerca e prevenzione, ha messo in atto iniziative didattiche con l’obiettivo di garantire una tutela globale della salute e della sicurezza dei bagnini di Salvataggio sotto il profilo di lavoratori in questo particolare momento emergenziale.
Con l’elaborazione di questo documento di posizionamento sulla Fase 2 della ripresa dell’attività nelle aree di balneazione, la Società Nazionale di Salvamento intende dare indicazioni operative ai propri bagnini per il salvataggio in acqua ed il primo soccorso a terra. Tenendo conto che la situazione epidemiologica e legislativa in materia è in costante evoluzione, questo documento potrà subire modifiche ed aggiornamenti.
L’intenzione è predisporre una metodologia innovativa di valutazione integrata dei rischi che tenga primariamente in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio sia in occasione di lavoro, quanto l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale caratteristico delle aree di balneazione.
L’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, deve avvenire in considerazione di quanto già contenuto nel “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo 2020.
Il rischio di contagio da SARS-CoV-2 in occasione di lavoro nelle aree di balneazione può essere classificato secondo tre variabili:
- Esposizione: la probabilità di venire in contatto con fonti di contagio nello svolgimento delle specifiche attività lavorative degli stabilimenti balneari
- Prossimità: le caratteristiche intrinseche di svolgimento del lavoro che non permettono un sufficiente distanziamento sociale per la quasi totalità del tempo di lavoro
- Aggregazione: la tipologia di lavoro che prevede il contatto con altri soggetti che occupano le aree di balneazione
Tali profili di rischio possono assumere contemporaneamente una diversa entità e modularità in considerazione delle aree di balneazione in cui operano i bagnini di salvataggio ed insistono le strutture degli stabilimenti balneari. Tutto questo obbliga a tenere conto di specifiche misure preventive ed una diversa modulazione delle misure contenitive a seconda dei contesti infrastrutturali che caratterizzano le aree di balneazione e comportano un aumento di occasioni di aggregazioni sociali per la popolazione.
Per una valutazione integrata delle diverse attività lavorative che si possono svolgere e sovrapporre nelle aree di balneazione bisogna fare riferimento matrice di rischio elaborata dall’INAIL nel “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione”, dove viene presentata una tabella che illustra le classi di rischio per alcuni dei principali settori lavorativi e partizioni degli stessi.
Rimane evidente che le singole realtà aziendali possono mitigare sostanzialmente il rischio adottando un’adeguata strategia di prevenzione anche per rispondere a specifiche complessità che possono non emergere in un’analisi di insieme, in particolare per le piccole e medie imprese.
Il consolidamento dell’assetto normativo operato dal D. Lgs 81/08 e s.m.i., offre la naturale infrastruttura per l’adozione di un approccio integrato alla valutazione e gestione del rischio connesso all’attuale emergenza pandemica.
I bagnini di salvataggio dovranno coadiuvare il datore di lavoro in un puntuale monitoraggio dell’attuazione attenta e responsabile delle misure previste perché solo la partecipazione consapevole ed attiva dei lavoratori potrà esitare in risultati efficaci con importanti ripercussioni positive anche all’esterno del setting lavorativo.
Si evidenzia la necessità di adottare una serie di azioni che vanno ad integrare il documento di valutazione dei rischi dello stabilimento balneare, atte a prevenire il rischio di infezione SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro delle aree di balneazione, contribuendo così alla prevenzione della diffusione dell’epidemia.
Tali misure posso essere cosi classificate:
- Misure organizzative
- Misure di prevenzione e protezione
- Misure specifiche per la prevenzione dell’attivazione di focolai epidemici
Le misure organizzative sono estremamente importanti per molti aspetti, quale contributo alla prevenzione primaria e quindi nell’ottica dell’eliminazione del rischio con apposite misure da adottare nelle aree di balneazione.
Le misure di prevenzione e protezione di carattere generale e specifico, commisurate al rischio di esposizione a SARS-CoV-2, vanno adottate in coerenza con i processi di valutazione e gestione del rischio disciplinati dal D. Lgs 81/08 e s.m.i., e devono privilegiare misure di prevenzione primaria come informazione e formazione dei bagnini di salvataggio.
Le misure igieniche e di sanificazione degli ambienti nell’attuale situazione di emergenza pandemica da SARS-CoV-2, sono quelle già descritte nei documenti prodotti dal Ministero della Salute e dall’ISS, e si concretizzano nei comportamenti da seguire per l’intera popolazione. Ciascun individuo è tenuto ad applicare le misure di prevenzione raccomandate al fine di limitare la diffusione dell’infezione con una frequente pulizia delle mani.
L’utilizzo di mascherine e dispositivi di protezione individuali (DPI) per le vie respiratorie sono previste di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica, come del resto normato dal DL n. 9 (art. 34) in combinato con il DL n. 18 (art 16 c. 1).
La sorveglianza sanitaria prevista per legge deve tenere conto, ai fini dell’emissione del giudizio di idoneità lavorativa dei bagnini, che la letteratura scientifica evidenzia come le persone che si sono ammalate e che hanno manifestato una polmonite o una infezione respiratoria acuta grave, potrebbero presentare una ridotta capacità polmonare a seguito della malattia (anche fino al 20-30% della funzione polmonare) con possibili effetti sull’efficacia degli interventi di salvataggio in acqua.
Tra le misure specifiche per la prevenzione dell’attivazione di focolai epidemici nella fase di transizione, vanno rafforzate, nelle aree di balneazione, tutte le misure di igiene già richiamate e va altresì attuata la procedura del controllo della temperatura corporea sulle persone che accedono. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°C non dovrà essere consentito l’accesso allo stabilimento balneare.
Nelle aree maggiormente colpite dovrebbero essere considerate, all’inizio della stagione balneare, misure aggiuntive specifiche come l’esecuzione del tampone per tutti i bagnini di salvataggio, essendo l’indice di prossimità ed esposizione al pubblico il più elevato nell’area di balneazione.
IL RISCHIO CONNESSO ALLA DIFFUSIONE DEL COVID-19
Una persona che ha avuto COVID-19 asintomatico o sintomatico può essere ancora contagiosa per gli altri. Il periodo esatto durante il quale ciò sia possibile non è attualmente noto e probabilmente variabile, in alcuni casi può durare fino oltre i 14 giorni. Si tratta di una considerazione importante per la possibile condivisione degli spazi nelle aree di balneazione ma anche per le azioni di salvataggio e soccorso in caso di incidente o malore
Pertanto, si raccomanda che:
- I bagnini di salvataggio che siano risultati positivi al COVID-19 ma siano rimasti completamente asintomatici, dopo il test dovrebbero attendere per tutti i giorni indicati dal medico prima di riprendere servizio.
- I bagnini di salvataggio che abbiano subito COVID-19 sintomatico con ricovero in ospedale, attendano un minimo di due mesi, prima di riprendere l’attività a seguito della riabilitazione.
- I bagnini di salvataggio che avessero manifestato gravi sintomi polmonari a domicilio, anche senza il ricovero in ospedale, potrebbero aver riportato un danno polmonare e andrebbero sottoposti a valutazione delle prove di funzionalità respiratoria.
- I bagnini di salvataggio che non abbiano mai avuto sintomi e non siano stati testati potrebbero non aver sviluppato l’immunità contro la malattia. Pertanto, potrebbero ancora essere infettati da altre persone. Quando i test sierologici saranno diffusamente praticabili, potrà essere verificata o esclusa la immunità.
- I bagnini di salvataggio e i datori di lavoro devono osservare rigorosamente le linee guida delle autorità sanitarie per l’igiene personale e la disinfezione delle dotazioni e della postazione di lavoro.
INDICAZIONI GENERALI PRIMA DELLA RIPRESA DELL’ATTIVITÀ DI SALVAMENTO
Il periodo di lockdown ha sicuramente determinato in molte persone un detraining con ripercussioni sull’efficienza funzionale dell’organismo. Si consiglia perciò un training ricondizionante con allenamenti contenenti esercizi posturali, stretching, tono muscolare, attività di resistenza e capacità aerobica per il tempo necessario a riprendere la piena funzionalità e capacità necessaria per svolgere in sicurezza l’attività natatoria e di voga per il salvamento. In accordo con le raccomandazioni del Ministero della Salute per la ripresa dell’attività fisica post-COVID-19 da parte di tutta la popolazione che non pratica sport agonistico.
INDICAZIONI GENERALI SULL’IGIENE PERSONALE
La diffusione da persona a persona della sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS- CoV-2) si verifica principalmente attraverso goccioline respiratorie, simile alla diffusione dell’influenza. Con la trasmissione di goccioline, il virus viene rilasciato con le secrezioni respiratorie quando una persona con infezione tossisce, starnutisce o parla e può così infettare un’altra persona entrando in contatto diretto con le mucose; l’infezione può anche verificarsi se una persona tocca una superficie infetta e poi si tocca gli occhi, il naso o la bocca. Le goccioline in genere non viaggiano per più di due metri e non indugiano in aria.
Le corrette misure da adottare sono:
– lavarsi le mani con sapone o prodotti igienizzanti frequentemente per almeno 40 secondi
– evitare di toccarsi occhi, naso e bocca
– mantenere le distanze da altre persone
INDICAZIONI SPECIFICHE SULL’IGIENE DELLE SUPERFICI
Nelle aree geografiche a maggiore endemia o nelle aziende in cui si sono registrati casi sospetti di COVID-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia quotidiana, è necessario prevedere una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020
Svariati studi hanno esaminato tutte le informazioni disponibili sulla persistenza dei coronavirus umani su superfici di oggetti di comune uso, nonché sulle strategie di inattivazione con agenti biocidi comunemente utilizzati per la sanificazione delle strutture aziendali, sanitarie e casalinghe.
L’analisi di questi studi ha rivelato che i coronavirus umani possono persistere su superfici come metallo, vetro o plastica fino a nove giorni, ma possono essere anche inattivati in modo efficiente mediante procedure di disinfezione delle superfici con etanolo al 62–71% (ALCOOL alle percentuali citate), perossido di idrogeno allo 0,5% (ACQUA OSSIGENATA allo 0,5%), o ipoclorito di sodio allo 0,1% entro un minuto dall’applicazione. Gli studi indicano che altri agenti biocidi, come il cloruro di benzalconio 0,05-0,2% e il clorexidina digluconato 0,02% sono risultati meno efficaci.
Il ceppo endemico di coronavirus umano, può rimanere contagioso da due ore a nove giorni sulle diverse superfici. La persistenza del virus tende ad essere inversamente proporzionale alla temperatura ambiente, ad una temperatura di 30 °C o più la durata della loro persistenza è decisamente più breve.
Altri studi mostrano che esistono materiali che consentono una sopravvivenza maggiore come il rame delle monete (4 ore) o la carta delle banconote ed il cartone degli imballaggi (24 ore) sui quali però il virus dimezza la sua carica infettiva rispettivamente dopo 2 e 5 ore.
Prestare sempre attenzione a seguire le indicazioni contenute nelle schede tecniche del prodotto disinfettante e di sicurezza nell’impiego per evitare intossicazioni durante la manipolazione.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
- Mascherine
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia di utilizzare le mascherine se si tossisce, starnutisce o se si presta assistenza a persone malate. Tuttavia, è opportuno richiedere che tutti all’interno delle aree comuni dello stabilimento balneare e a meno di un metro di distanza interpersonale indossino una mascherina. In ogni caso bisogna seguire le indicazioni più recenti delle autorità locali a riguardo. Indossare mascherine è di particolare importanza per i bagnini di salvataggio e tutto il personale che passa più tempo a contatto con i clienti e maneggia di frequente oggetti e attrezzature presenti nell’area di balneazione.
Le mascherine chirurgiche riducono la possibilità che una persona infetta sparga goccioline, ma non proteggono la persona che le indossa. Le mascherine filtranti FFP2, KN95 e FFP3 sono veri dispositivi di protezione individuale e, se perfettamente aderenti, proteggono sia gli altri che chi le indossa perché bloccano fino al 99% delle particelle infette.
Attenzione: alcune mascherine FFP2, KN95 e FFP3 hanno una valvola visibile, che non è un filtro ma facilita l’espirazione. Proteggono solo chi le indossa, ma non le altre persone e l’ambiente circostante. Vengono usate solo in ambito sanitario ed il loro uso nello stabilimento balneare è quindi sconsigliato.
Prima di indossare la mascherina, occorre igienizzare le mani. La mascherina non va toccata mentre la si indossa, va rimossa dal retro e alla fine va gettata in appositi contenitori chiusi e smaltita come rifiuto indifferenziato secondo le indicazioni localmente vigenti.
- Guanti
I guanti monouso determinano una protezione delle mani di chi li indossa ma non dell’ambiente circostante o di altre persone. Sono consigliati per maneggiare attrezzature e diventa pertanto importante, prima di usarli, verificarne l’integrità e disinfettarli regolarmente mentre li si indossa. Terminato l’uso, vanno rimossi e gettati in appositi contenitori chiusi, evitando che la pelle venga a contatto con la parte esterna del guanto.
DISTANZIAMENTO
Il distanziamento tra le persone in tutte le aree comuni dell’area di balneazione è fondamentale e deve essere di almeno 1 metro indossando la mascherina, oltre i 2 metri senza mascherina salvo diverse disposizioni nazionali, regionali e/o locali.
Tutto il personale dello stabilimento balneare dovrà essere dotato di DPI seguendo le norme per la sicurezza sul posto di lavoro.
Il briefing sulla sicurezza dell’area di balneazione sarà svolto quotidianamente da tutto il personale dello stabilimento in un luogo ampiamente areato rispettando il distanziamento.
SPOGLIATOI E BAGNI/DOCCE
Gli spogliatoi bagni/docce potrebbero essere tra le zone più soggette al rischio d’infezione per la maggiore umidità e la ridotta ventilazione. I vestiti, asciugamani o accappatoi devono essere riposti in modo da evitare il contatto con le superfici comuni. Se riposti dentro gli armadietti, è necessario disinfettare questi ultimi dopo ogni utilizzo. In alternativa, i clienti devono riporre i propri oggetti in appositi contenitori (sacchetti, cassette o cassoni, borsoni ecc.), distanziati tra loro e successivamente sanificati. Sarebbe opportuno delineare per ogni utente che non utilizza una cabina personale una zona per vestizione/svestizione e deposito di materiale.
AREE COMUNI, SEGRETERIA, BAR E RISTORAZIONE
Deve essere vietato ed inibito con avvisi scritti ed informando preventivamente i clienti in entrata che gli stessi non possono né devono toccare e/o prelevare autonomamente alcuna attrezzatura presente e/o esposta. Essi devono venir necessariamente seguiti da personale dello stabilimento balneare. A titolo esemplificativo e non esaustivo, i prodotti che presentano maggiori criticità e che vanno quasi sicuramente a contatto diretto con il corpo dei clienti sono, in ordine di possibilità di contagio: sedie, tavoli, bancone del bar, distributori automatici, giornali e carte da gioco.
Gli standard di sicurezza indicati da questo documento e da altri relativi all’argomento, pur essendo fortemente raccomandati per tutti, dovranno essere adattati – dal responsabile per la sicurezza della struttura, preferibilmente con una procedura formalizzata per iscritto – alla specifica situazione logistica di ogni realtà.
MATERIALI A NOLEGGIO
Per i noleggi (imbarcazioni, tavole, SUP, etc.) è applicabile tutto quanto descritto anche per le attrezzature delle aree di balneazione. Sicuramente le attrezzature in entrata vanno gestite, manipolate e disinfettate come potenzialmente contagiose e quelle in uscita (debitamente disinfettate) dovrebbero avere un procedimento di disinfezione con la specifica del metodo e del prodotto utilizzato. In questi casi il bagnino di salvataggio può trovarsi direttamente coinvolto a verificare che avvenga tutto in sicurezza per i bagnanti che li utilizzano.
IL BAGNINO DI SALVATAGGIO ED I BAGNANTI
Nella sua posizione nell’area di balneazione il bagnino di salvataggio si trova direttamente esposto ed in contatto con i frequentatori dell’area di balneazione. Questo gli consente di comportarsi da terminale di buona sanità e verificare direttamente i sintomi che caratterizzano l’infezione. La maggior parte delle persone infette da COVID-19 presenta sintomi lievi e guarisce. I sintomi più comuni ed evidenti sono:
- una tosse secca;
- alta temperatura (febbre);
- mancanza di respiro;
- naso che cola;
- mal di gola;
- dolori diffusi e dolori muscolari;
- perdita del gusto e dell’olfatto.
La conoscenza di queste evidenze permette al bagnino di salvataggio di tutelare il benessere suo e della collettività nell’area di balneazione, intervenendo direttamente quando si rende necessario. Il rischio di malattie gravi aumenta con l’età. Le persone con sistema immunitario indebolito e le persone con condizioni come diabete, malattie cardiache e polmonari sono anche più vulnerabili a malattie gravi e Covid -19.
ASPETTI PSICOSOCIALI E COMUNICAZIONE
Deve essere favorita una comunicazione adeguata anche in relazione alla percezione del rischio e vanno intraprese azioni che possano contrastare il fenomeno delle informazioni errate che posso circolare tra i bagnini di salvataggio e da loro verso il pubblico con il quale sono a stretto contatto nell’area di balneazione.
Va altresì contestualizzato che la percezione del rischio infettivo, anche per il grande impatto e la sua straordinarietà ed eccezionalità, crea nei lavoratori una sensazione di insicurezza che può anche agire sugli altri rischi. Quindi la corretta ed intrinseca gestione del rischio, nonché la corretta comunicazione del rischio, unitamente a tutte le altre soluzioni adottate, possono creare un senso di consapevolezza e di adeguatezza delle misure poste in essere.
Pertanto, le principali fonti istituzionali di riferimento da utilizzare per informarsi sono:
- Ministero della Salute
- Istituto Superiore di Sanità (ISS)
- Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL)
- Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
- Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)
PRIMO SOCCORSO E RCP MODIFICATO IN PERIODO EMERGENZA PER COVID-19
E’ consigliato un aggiornamento delle procedure operative tenendo in considerazione le raccomandazioni presenti in questo documento e le normative vigenti al livello locale e nazionale. In particolare, il Piano di Emergenza dovrebbe includere procedure su come fronteggiare una potenziale infezione da COVID-19 che interessi tanto i frequentatori dell’area di balneazione quanto il personale della struttura balneare.
Raccomandazioni utili per intervenire, proteggendo sia gli infortunati che i soccorritori da potenziale contagio:
- assicurarsi che il soccorritore, l’infortunato e le persone presenti sul posto siano in sicurezza (valutazione della sicurezza dello scenario per il pericolo immediato e rischio evolutivo della contaminazione);
- indossare tutti i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) ed utilizzare ogni barriera a disposizione tra quelle già in dotazione agli stabilimenti balneari secondo l’ordinanza della Capitaneria di Porto;
- valutare la coscienza chiamando, scuotendo e stimolando l’infortunato senza avvicinarsi frontalmente al suo volto;
- valutare il respiro tramite la sola osservazione dei movimenti del torace, evitando di accostare il volto a quello della persona da soccorrere per la manovra G.A.S., fare indossare la mascherina chirurgica al pericolante;
- se l’infortunato è incosciente e non respira, fare allertare il Dipartimento di Emergenza (118 e/o 112 – Numero di emergenza Unico Europeo) descrivendo la situazione e iniziare con le compressioni toraciche senza effettuare le insufflazioni in mancanza di pocket-mask e pallone autoespandibile;
- pocket-mask e pallone autoespandibile possono essere utilizzate per ventilare attraverso la mascherina chirurgica, appena possibile somministrare ossigeno ed utilizzare un DAE, se disponibile;
- continuare nelle manovre di soccorso finché l’infortunato non avrà ripreso a respirare normalmente, finché non si è esausti o fino all’arrivo del Soccorso Medico di Emergenza;
- una volta concluse le attività di soccorso, rimuovere correttamente i DPI e smaltirli secondo le specifiche indicazioni locali. Lavare con estrema cura le mani;
- i dispositivi utilizzati sull’infortunato vanno igienizzati dopo l’uso o eliminati seguendo le corrette procedure.
Il soccorritore non sanitario dopo aver effettuato l’intervento di soccorso, per due settimane deve eseguire la sorveglianza di ogni possibile sintomo di infezione da SARS-CoV-2 che, eventualmente, andrà segnalato tempestivamente al proprio Medico di Medicina Generale (per telefono).
SALVATAGGIO IN ACQUA ADATTATO IN PERIODO EMERGENZA PER COVID-19
E’ consigliato un aggiornamento delle procedure di salvataggio tenendo in considerazione le raccomandazioni presenti in questo documento e le ordinanze locali della Capitaneria di Porto per il servizio di salvataggio in acqua. In particolare, il Piano di Emergenza dovrebbe includere procedure su come fronteggiare una potenziale infezione da COVID-19 che interessi tanto i nuotatori quanto i bagni di salvataggio nell’area di balneazione.
Raccomandazioni utili per intervenire, proteggendo sia i pericolanti che i bagnini da potenziale contagio:
– ogni volta che sia possibile utilizzare le dotazioni di salvataggio (pattino di salvataggio, rescue board, rescue can, rescue tube) vanno impiegate per garantire il trasporto in sicurezza del pericolante
– se mancano dovrebbe essere implementato l’uso della tavola da soccorso (tipo surf) o del rescue SUP, soprattutto su quelle spiagge che, per l’altezza dei frangenti in prossimità della battigia, rendono l’uso del pattino di salvataggio quasi impossibile a mare mosso o molto mosso.
– Il bagnino non può esimersi dal fare un salvataggio, se necessario, anche a nuoto. L’unico attrezzo in grado di garantirgli una buona sicurezza in tal caso – evitandogli di entrare in immediato contatto fisico con un pericolante – è un salvagente tipo rescue-can (baywatch) o ancora meglio il siluro (rescue tube).
– durante il salvataggio in acqua si possono presentare pericolanti che respirano o non respirano spontaneamente – nel primo caso ci si protegge attivamente con le dotazioni individuali previste dall’ordinanza – nel secondo caso si interviene velocemente con minor rischio potenziale
– tra le diverse tecniche di trasporto in acqua vanno privilegiate quelle che garantisco una presa sicura senza affiancare o fronteggiare il viso del pericolante
– durante il trasporto in acqua le vie aeree superiori del bagnino di salvataggio sono in netta e costante emersione e nel nuoto precedono quelle del pericolante senza mai accostarle
– nel trasporto e nell’uscita dall’acqua il bagnino di salvataggio viene dilavato dall’acqua di mare ed è protetto perché il contagio avviene principalmente attraverso bocca, naso ed occhi che sono protetti
– ovunque sia possibile prefigurarsi di intervenire con tecniche idonee a mantenere il «distanziamento personale» indossando la maschera di salvataggio (prevista per ordinanza nelle dotazioni) a protezione di occhi e naso
SALVATAGGIO, SOCCORSO E TEORIA DELLE SCELTE RAZIONALI
Ogni volta che ci si trova a fronteggiare un’emergenza il bagnino di salvataggio deve operare delle scelte in brevissimo tempo sulla base delle proprie conoscenze, competenze ed esperienze pregresse. In questi casi il bagnino si comporta da «decisore esperto» in base alle sue conoscenze, da «decisore razionale» per le diverse situazioni da affrontare, da «decisore immediato» per la velocità delle soluzioni da mettere in pratica.
La soluzione migliore è sempre attenersi ad un piano di emergenza precedentemente concordato e metterlo in pratica, perché esistono tanti modi per effettuare un soccorso, ma solo uno sarà il migliore in assoluto da mettere in pratica.
Quando il bagnino interviene per un’emergenza (in acqua o a terra) si trova nella condizione di operare delle scelte :
quando interviene da solo cercherà di mettere in pratica tecniche che producano effetti immediatamente positivi, influenzati fondamentalmente dalla percezione di condizioni di certezza od incertezza dell’azione
quando si interviene in squadra soggetti diversi devono creare strategie collaborative con azioni che influenzano gli altri per massimizzare i loro risultati
per questo esistono piani di soccorso e normative specifiche come la NORMA UNI 11745 – 2019
La norma fornisce un metodo per valutare e qualificare sotto il profilo della sicurezza le Aree di Balneazione marine, lacustri e fluviali, per consentire ai cittadini la loro fruibilità in termini di sicurezza e di informazione. Essa è applicabile sia alle Aree di Balneazione di libero accesso, sia a quelle dotate di strutture ricettive turistico-ricreative, quali gli stabilimenti balneari.
La norma intende il termine “sicurezza di un’area di balneazione” come insieme di misure preventive e protettive tese a ridurre la probabilità di conseguenze negative per la salute dei bagnanti originate dalla loro interazione con le Aree di Balneazione.
NORMA UNI 11745 – 2019 E GESTIONE DEL RISCHIO DA CORONAVIRUS
Genericamente “rischio” significa la probabilità che accada un evento, connesso a circostanze prevedibili, in una distanza variabile di tempo.
Nel caso del coronavirus e conseguentemente della COVID-19, sempre ricordando che gli studi di settore e le acquisizioni scientifiche non sono consolidati, possiamo oggi definire che il rischio di contagio :
- aumenta in funzione della densità degli individui
- aumenta in funzione del numero degli individui infettanti circolanti
- aumenta in funzione dell’ampiezza e velocità di circolazione degli individui infettanti circolanti
- aumenta in funzione della carica virale emessa nell’ambiente e della sua concentrazione in aria
- aumenta in funzione degli individui suscettibili
- aumenta in funzione della persistenza del virus nell’ambiente
Il cosiddetto “rischio zero” non esiste. Gli sforzi di tutta la comunità scientifica e delle istituzioni nazionali sono intesi ad una consapevole acquisizione dei concetti di rischio e, conseguentemente, a promuovere un comportamento virtuoso da parte della popolazione nell’accettare e mettere in atto i criteri di contenimento del rischio stesso.
L’applicazione della norma risulta ancora più importante in rapporto al tipo di area di balneazione presa in considerazione, tenendo presente che tutto quanto sopra esposto può essere facilmente implementato in uno stabilimento balneare di un’area in concessione ma risulta di difficile applicazione nelle spiagge libere.
Le spiagge libere richiedono un’analisi specifica dettata non solo da esigenze legate alla sicurezza della balneazione (su esse avviene peraltro il 90% degli annegamenti in mare) ma da questioni di ordine pubblico che esulano dal campo d’azione del bagnino laddove il servizio di salvataggio non sia specificatamente organizzato in tal senso.
Genova, 14/05/2020
Società Nazionale di Salvamento
Sede Nazionale
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