Napoli, 26 Luglio 2019 – “La Repubblica” ha intervistato Giuseppe Marino, Presidente della SNS. Riportiamo la versione integrale dell’articolo:
Marino: “Troppe morti in vasca, i bambini vanno sempre vigilati”
di Paolo Popoli – pubblicato su “La Repubblica” ed. Napoli il 26 Luglio 2019
«L’annegamento silenzioso colpisce soprattutto i bambini e quello di Pozzuoli è l’ultimo di una serie di casi in aumento». Giuseppe Marino, presidente della Società nazionale di salvamento, spiega i perché di tragedie simili alla morte del piccolo Davide. «Mai perdere d’occhio i piccoli in mare o in piscina», aggiunge.
Marino, i bambini sono sempre più spesso vittime in piscina. Perché?
«Sono incidenti che non dovrebbero proprio esistere. Le piscine sono tenute a un regolamento specifico».
Si riferisce alla legge regionale in materia?
«In Italia è stata recepita soltanto in undici regioni».
Tra cui la Campania?
«A quanto mi risulta non ha legiferato».
Diceva del regolamento…
«Stabilisce diversi parametri tra cui l’obbligo del bagnino e della sorveglianza. In caso di annegamenti in piscine private, la prima imputazione è sempre di omicidio colposo per il proprietario, il direttore e i genitori del piccolo».
Qual è la sua opinione sul caso di Pozzuoli?
«Ho acquisito informazioni dalla stampa. Non so altro. La magistratura accerterà la dinamica e le cause del decesso».
Vuol spiegare cos’è l’annegamento silenzioso?
«Colpisce soprattutto i bambini. Anche dove l’acqua è bassa. Se il piccolo finisce con la faccia rivolta in acqua, questa può entrare nella glottide. I più piccoli non hanno né la capacità di comprendere cosa stia accadendo, né hanno la forza per riemergere. È un attimo. E l’annegamento avviene senza dare segnali. Per questo dico: i bambini vanno sempre sorvegliati. Dai bagnini, dai genitori, dagli adulti. Quando si va in una piscina, bisogna accertarsi che ci sia il bagnino».
Altre cause?
«Il risucchio è pericoloso soprattutto in impianti vetusti e non a norma. Ma la prima regola è sempre quella: la sorveglianza. Anche quando sono nei pressi dell’acqua».
Come si arriva a 400 morti per annegamento ogni anno in Italia?
«È una strage silenziosa di cui si parla solo d’estate. L’80 per cento delle vittime sono maschi adulti a causa di comportamenti spregiudicati. La metà delle morti è in mare, spesso nei primi 20 metri dalla spiaggia. Tra giugno e luglio 2019 ci sono stati incrementi. La società di salvamento, attiva da11871, ha istituito un osservatorio per monitorare il fenomeno con i ministeri di Ambiente e Salute e con le capitanerie. I numeri non aiutano a capire le cause del decesso, perciò stiamo lavorando a uno studio. In ogni modo, si effettuano anche 60mila salvataggi all’anno».
Quali sono le altre regole per la sicurezza?
«Attenzione agli sbalzi di temperatura, a tuffarsi dopo una lunga esposizione al sole. La morte per il cosiddetto “bagno dopo mangiato” non ha evidenza scientifica. Sono molto pericolose le correnti di ritorno. Ed è meglio frequentare spiagge con bagnino e cartellonistica. Gli incidenti si verificano di più sulle spiagge libere. La società ha stilato è un decalogo. È sul nostro sito internet».
Fonte: La Repubblica ed. Napoli