Dr. Alfredo Rossi – Direttore Generale Sanitario SNS, Luglio 2017
Il mare e l’uomo… implacabili fratelli
Il mare è un grande amico.
Tutti noi veniamo, almeno in senso evolutivo, dal mare.
Il nostro stesso pianeta, che chiamiamo “Terra” , a ben pensarci è in realtà costituito per il 75 % da acqua, dal mare.
Anche il nostro corpo è composto per il 70% da acqua e il plasma che circola nel nostro sistema vascolare ha quasi la stessa concentrazione in sodio dell’acqua marina.
Il mare è fonte di vita e di benessere.
Basti pensare a quanto antica sia l’indicazione medica (la talassoterapia) ad un potere curativo che l’ambiente marino è in grado di elargire in molte situazioni patologiche.
Il mare è stato ed è ancora una grande via di comunicazione, solcato ininterrottamente da navi che trasportano passeggeri e merci.
Il mare è infine teatro di discipline sportive.
Il nuoto, naturalmente, ma anche il remo e la vela, questo modo ancestrale e tuttavia sempre vivo ove prevalgono gli elementi naturali e insieme la poesia di una navigazione perfetta.
Ma il mare è , sopra tutto, un giudice severo.
La forza del mare è in grado di esercitare, spesso con mutamenti repentini, il suo potere antico ed assoluto fatto di scenari contrastanti e spesso estremamente pericolosi : dalla calma piatta alle mareggiate, alle tempeste.
Per questo il mare deve essere amato ed insieme rispettato.
In mare non devono trovare luogo atteggiamenti di sufficienza o addirittura di superbia: ogni sfida dell’uomo disgiunta dalla consapevole umiltà è destinata al fallimento e la storia dolorosamente insegna che nessuna nave è inaffondabile !
Avvicinarsi al mare dunque comporta l’elaborazione cosciente della sua grandezza e potenza.
E’ nostro dovere insegnare tutto questo ai nostri figli, fin da quando essi sono ancora bambini, fino dalle prime, necessarie, lezioni di nuoto.
Le poche, essenziali, regole di buon comportamento, che ci permettiamo di presentarvi in forma sintetica, vogliono proprio essere un contributo in quest’ottica, al fine di assicurare a tutti noi una balneazione salutare, serena e soprattutto sicura.
Il mare… ad una certa età
Una bella giornata o una lunga vacanza al mare non è preclusa a nessuno, né l’età avanzata deve costituirne un limite.
La vita media, si sa, è statisticamente aumentata e molte patologie, grazie ai progressi tecnologici e alla moderna farmacologia, sono certamente gestibili. D’altro canto la ricerca del benessere e dunque il ricorrere al beneficio che l’ambiente balneare marino sa offrire è comprensibilmente irrinunciabile.
Esistono peraltro nella fascia dei soggetti in età avanzata alcuni fattori di rischio indipendenti e che tuttavia possono essere aggravati da condizioni particolari , proprio legate alla balneazione.
Con questo intendiamo lo stato del mare, la temperatura, l’umidità, il vento, le caratteristiche delle spiagge o della battigia. Queste variabili andranno attentamente valutate nella scelta del luogo di balneazione. Non dimentichiamo poi che i Bagnini di Salvataggio sono competenti e sapranno di volta in volta considerare le diverse necessità ed assicurare la giusta protezione.
Una considerazione generale
Posso essere proprio io un attore della mia sicurezza? Questa domanda, che appare a prima vista un poco strana o provocatoria, sottintende invece un concetto molto importante : conoscere la propria patologia o più in generale i propri limiti , specie per un soggetto anziano, è il primo passo per contenere le possibilità di un evento acuto ad essa correlato.
Più in generale, la diffusione di alcune conoscenze basilari (che andremo sistematicamente elencando) consente a tutti noi di individuare le situazioni a rischio e di collaborare correttamente con i professionisti del soccorso, il Bagnino di Salvataggio per primo e quindi il Soccorso Territoriale. In caso di emergenza è molto importante limitare il panico e fare tempestivamente solo le cose giuste.
Il primo passo, come specificato sopra, è stabilire con il proprio Bagnino una intesa specifica:
- Comunicare la propria patologia e le proprie attuali condizioni fisiche
- Ascoltare i consigli del Bagnino per una serena balneazione
- Rivelare il possesso di presidi farmacologici specifici. Un cardiopatico ad esempio potrà comunicare di aver a disposizione dei nitroderivati (Trinitrina) che abitualmente assume in caso di crisi – un diabetico potrebbe avere un glucometro da dito – un asmatico lo spray broncodilatatore – molti potrebbero avere con sé il numero telefonico del proprio medico di fiducia.
Questi semplici comportamenti possono davvero costituire una base solida per garantire, se non l’assenza del rischio, almeno la possibilità concreta di fronteggiarlo con la migliore efficacia.
Esaminiamo ora più in dettaglio ed in estrema sintesi alcune patologie che nell’anziano possano dar luogo ad un rischio clinico o ad una reale emergenza medica: per ognuna di esse saranno indicati i sintomi di allarme più importanti.
Patologia cardiovascolare
Le tre grandi sindromi fisiopatologiche, che a loro volta costituiscono la base di molti quadri clinici sono:
L’ipertensione arteriosa, che colpisce circa 16 milioni di soggetti in Italia, è in buona sostanza la “madre” di tutti i fenomeni ischemici, i quali, a seconda del distretto vascolare interessato, possono causare deficit anatomo-funzionali a livello cerebrale, coronarico o in altre sedi periferiche.
Da un punto di vista pratico consideriamo i sintomi che possono essere spia di un imminente attacco ischemico, coronarico o cerebrale. Tali sintomi , anche se apparentemente “banali”, non vanno trascurati, specie quando insorgono in un soggetto che è noto per essere portatore di patologia cardiovascolare.
- Cefalea improvvisa o vertigini immotivate
- Dolore al torace o alla parte alta dell’addome
- Difficoltà al respiro (dispnea) , sia dopo sforzo che a riposo
- Disturbi improvvisi della vista
- Improvvisa debolezza muscolare agli arti, specie se lateralizzata
- Confusione mentale
Il diabete
Come noto il diabete mellito consiste in una inadeguata capacità di metabolizzare il glucosio, derivato nella dieta dagli zuccheri complessi.
Il rischio maggiore è rappresentato dalle crisi acute sia di iperglicemia (aumento del tasso di glucosio nel sangue), sia al contrario di ipoglicemia.
Entrambe le situazioni possono condurre al coma metabolico e rappresentare perciò una vera emergenza medica.
I sintomi correlati ad iper- o ipo-glicemia sono spesso all’esordio simili, se pur con alcune differenze.
La diagnosi quindi , in mancanza di uno stick per il dosaggio della glicemia periferica, non è per nulla semplice.
Un provvedimento immediato e risolutivo consiste nella somministrazione di glucosio, invitando il paziente ad assumere poche quantità di liquidi zuccherati.
Non sembri incongruente la somministrazione di glucosio in ogni caso: infatti se il coma iniziale è iperglicemico pochi grammi di zucchero non aggraveranno più di tanto la situazione, mentre in caso di ipoglicemia acuta saranno rapidamente diagnostici e risolutivi.
La patologia da termoregolazione
E’ molto frequente in estate, specie in condizioni di spiagge o piscine affollate e quando il meteo è caratterizzato da caldo intenso, insolazione e scarsa ventilazione.
Il cosiddetto “colpo di calore” e il “colpo di sole” NON sono sinonimi, poiché, nonostante la matrice comune sia il caldo, identificano due situazioni cliniche diverse, come sotto indicato dallo schema:
Una considerazione finale
Questi piccoli consigli o, se volete, “istruzioni per l’uso” non vogliono (né potrebbero) esaurire tutta la serie di eventi patologici che soprattutto in età avanzata si possono manifestare durante la balneazione.
Per ora ci siamo limitati a descrivere i “segreti” di tre condizioni patologiche tra le più comuni o frequenti.
L’intento è stato ovviamente quello di delineare le modalità corrette e scientificamente coerenti di riconoscimento e di approccio, onde poter fronteggiare tempestivamente l’emergenza.
Il fine ultimo è di restituire al benessere derivante dalla balneazione tutta la serenità che a sua volta è frutto di consapevolezza e di adeguata preparazione.
Non ci resta che ribadire un’ultima considerazione che, a ben vedere, è di fatto la prima condizione per una balneazione sicura e rilassante.
Circa 2500 km di coste in Italia sono presidiate dai nostri Bagnini di Salvataggio.
Ma il nostro Bagnino non è solo un “lifeguard”.
Non è solo, cioè, un professionista del salvataggio e del soccorso, per quanto adeguatamente preparato. Il Bagnino è e deve essere un riferimento per tutti, bambini, adulti, anziani, disabili.
Il Bagnino è un amico sicuro, al quale è possibile confidare le proprie condizioni di salute e (perché no) i propri limiti e i propri timori.
Sarà accanto a noi e ci aiuterà a ricavare dal mare il benessere fisico e mentale che ci aspettiamo e che tutti ci meritiamo.
Fonte e immagini: Dr. Alfredo Rossi – Direttore Generale Sanitario SNS