Agosto 2021 – Riportiamo l’articolo “I presidi che salvano la vita (quando ci sono)” pubblicato sul mensile “Il Salvagente”, numero di Agosto 2021 .
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I presidi che salvano la vita (quando ci sono)
Ogni anno nelle spiagge in cui sono presenti bagnini vengono sventati 60mila annegamenti. E circa 600mila sono gli avvertimenti preventivi. Non a caso 9 incidenti fatali su 10 avvengono nei tratti di litorale incustoditi
Più del 90% degli annegamenti avviene sulle spiagge libere incustodite; dove ci sono i bagnini invece il rischio di annegare si riduce in maniera esponenziale. Basti pensare che i salvataggi dei bagnini sulle nostre spiagge sono circa 60mila per stagione e la quasi totalità hanno successo, si concludono cioè con la vittima che se ne va sulle sue gambe. Un numero enorme al quale va aggiunto quello relativo agli avvertimenti (i fischi dei bagnini) per spiegare come mai sulle spiagge italiane il numero delle vittime per annegamento sia basso: “Abbiamo calcolato che, in media, a ogni salvataggio corrispondono circa 10 ‘avvertimenti’: un salvataggio ogni 10 ‘fischi’, quindi gli interventi di prevenzione dovrebbero essere circa 600mila”, sottolinea il professor Giuseppe Marino, presidente della società nazionale di Salvamento.
Professor Marino, in quali casi è meglio evitare di immergersi in acqua?
Ci sono regole basilari di accortezza oggi ben note. Purtroppo sono sconosciute agli immigrati, che spesso annegano: ‘Non tuffarti in acque di cui non conosci la profondità, soprattutto se non sai nuotare’. Un consiglio per gli italiani? Doppia accortezza sulle spiagge libere incustodite e, soprattutto, non fate il bagno agosto 2021 I e#Salvagente I 77 Salute quando le condizioni del mare sono proibitive. Una mareggiata che investe la costa occidentale dell’Italia, diciamo dalla Liguria alla Sicilia (ne vengono 3-4 del genere per stagione), provoca dalle 4 alle 12 vittime, spesso ottimi nuotatori…
Tuffarsi può essere rischioso?
Per ‘tuffarsi di testa’ la regola è semplice: devi saperlo fare. Nelle scuole nuoto si insegna a tuffarsi perché il tuffo fa parte, a pieno titolo, del progetto `nuoto’. E si insegnano anche le regole di sicurezza di questa specialità sportiva che quando è praticata da tuffatori improvvisati è pericolosissima. Il 78% degli incidenti alla spina dorsale che lasciano su un lettino, tetraplegici per il resto della loro vita, ragazzi giovanissimi sono provocati, tra le specialità sportive, dai tuffi (in Italia le vittime per un tuffo sono una ventina l’anno!). Sottolineo: tuffatori improvvisati. Una regola fondamentale: prima di tuffarti in un luogo sconosciuto, esplora con attenzione il fondale e la profondità dell’acqua. La maggioranza degli incidenti è al primo tuffo, un incidente che non dà possibilità di replica…
Quali sono le regole per la sicurezza da seguire in una spiaggia libera?
Diverse spiagge libere oggi sono provviste del servizio di salvataggio. Questa è, sotto il profilo della sicurezza, la vera differenza. Quindi il consiglio è di controllare prima se una spiaggia libera ha questo servizio. Se non c’è, la prudenza deve essere triplicata. In acqua anche un incidente banale può trasformarsi in un incidente grave o fatale. Purtroppo la variabilità delle spiagge e dei pericoli offerti non permette di dare delle regole buone per tutte.
Esiste un sistema di riconoscimento delle boe?
Certamente: su tutto il litorale costiero le ordinanze di sicurezza balneare stabiliscono che le boe poste a una distanza variabile dalla battigia, a seconda del tipo di fondale, tra 100 e 500 m devono essere rosse o arancioni. Purtroppo l’obbligo di porle sulle spiagge libere grava sui Comuni che possono esimersi mettendo sulla spiaggia un cartello che indica la loro assenza in mare… No comment. Le boe separano le attività balneari (nuotare, fare il bagno, andare in pedalò) dagli altri usi del mare. Altri tipi di boe sono quelle che indicano la profondità dell’acqua superiore a una certa altezza (1 metro o 1,4 metri in genere). Hanno una limitatissima efficacia e sono regolamentate da ordinanze locali delle capitanerie di porto, spesso in modo dissimile per il colore e altro.
Fare una vacanza al mare in sicurezza, comporta anche conoscere quali limiti non superare. Cosa dicono le norme riguardo la distanza da rispettare per chi va in gommone, in pedalò, sulle moto d’acqua, sul windsurf?
Queste distanze sono previste dalle ordinanze di sicurezza balneare delle capitanerie di porto. Possono variare da luogo a luogo e quindi chi pratica il windsurf, la moto d’acqua o va in gommone deve leggerle attentamente: stabiliscono non solo la fascia di mare in cui possono navigare ma anche altre regole: per esempio come approdare o prendere il largo. In generale i mezzi a motore o a vela possono navigare solo al di là delle boe, mentre i mezzi mossi a remi o a pedali possono navigare al di qua, assieme ai bagnanti, con la dovuta prudenza.
Fonte e immmagini: Il Salvagente