- 16 Luglio 2020
Cesenatico, 16 Luglio 2020 – Storie di bagnini: riportiamo l’articolo di Roberta Scorranese pubblicato online sul “Corriere della Sera” il 14/07/2020.
Giovanni il bagnino, salvò turista tedesca: ogni anno per ringraziarlo gli invia una bottiglia di prosecco
Giovanni, 63 anni, lavora a Cesenatico da quando ne aveva 19. «Tutto quello che so l’ho imparato dai bagnanti colti»
di Roberta Scorranese leggi l’articolo su corriere.it – pubblicato il 14/07/2020
<<Sono le otto del mattino e «SalvaJohnny» ha già fatto una mezz’ora di su e giù per le scale, doccia, colazione e già lo trovi in quella che è la sua vera casa da quasi quarantacinque anni: la torretta di salvataggio della spiaggia di Zadina di Cesenatico, lingua di sabbia storica della riviera romagnola, con i bagnanti di una vita che lo salutano da sotto. «Ehi SalvaJohnny come va?». «Mo bene, bene, state attenti» fa lui, maglietta rossa e berretto.
Bambini
Giovanni Zavalloni, 63 anni, ha visto crescere bambini vicentini e bergamaschi, ha visto invecchiare imprenditori, architetti, impiegati e sotto i suoi occhi le vacanze degli italiani sono cambiate: «Adesso vengono per un paio di settimane, stanno in spiaggia un poco ma poi vanno a fare le gite, mangiano insalate» quando una volta i bagnini facevano la pesca alla tratta, tiravano le reti e grigliavano il pesce per tutti sulla riva. SalvaJohnny ha cominciato a fare il bagnino a diciannove anni: «Non ho studiato, tutto quello che so l’ho imparato dai bagnanti colti». Ma era elastico, veloce, con una vista acuta. Erano gli anni Settanta, c’erano gli «chalet» che mettevano la musica (preludio alle discoteche anni Ottanta), le tedesche che ballavano con i pantaloncini corti spettinando i pensieri dei giovanotti felliniani, ma lui, SalvaJohnny, vedeva solo lei, la Maria Adele, «magra e bellissima che andava sul pattino come una signora». Subito se la immaginò come la signora Zavalloni e così è stato. Oggi hanno una figlia e quattro nipoti, mentre Giovanni giura che si è sempre mantenuto immune da ogni tentazione da bagnasciuga. Le «respirazioni bocca-a-bocca sono state rigorosamente per servizio», anche se «quasi mai nessuno ringrazia, alla fine».
E dire che Zavalloni ne ha salvate di vite. Come quella volta che si meritò il titolo di «Bagnino da Rodeo» sul Carlino. «Dalla torretta vidi una cosa strana: un catamarano che avanzava zigzagando verso la riva. E alla guida non c’era nessuno. Mi precipitai in acqua e, come in un rodeo, afferrai il bordo della barca e mi misi alla guida, deviando la rotta. Ma te lo immagini se quella bestia indiavolata si fosse schiantata come un aeroplano sulla riva piena di bagnanti?». Quasi nessuno seppe mai che pericolo avevano scampato. Ma perché nessuno ringrazia mai il bagnino? «Boh, forse perché hanno vergogna per essere stati avventati». Oppure a Giovanni sono capitati casi al limite dell’assurdo: «Con la coda dell’occhio vidi una bambina che si allontanava dalla riva, aveva il pannolino. Nella mia testa scattò l’allarme: i genitori non pensano mai che a brevissima distanza dalla riva la marea cresce sensibilmente e infatti il padre della bambina continuava a giocare con l’altro piccolo. Io corsi in acqua, presi la mano della bimba e notai che il pannolino aveva già appesantito il corpicino. La riportai dal padre e lui che fece? Mi guardò malissimo perché tenevo in mano sua figlia! Ma si può?». Però la tedesca che lui salvò da uno choc anafilattico reagì in un altro modo. «Venne punta da una vespa sul bagnasciuga. Subito chiamammo l’ambulanza e qui apro una parentesi: oggi arrivano con i medici e le attrezzature a bordo, ma all’epoca c’era solo l’autista e il bagnino andava all’ospedale assieme alla persona soccorsa. Comunque arrivammo in tempo, lei si salvò e da allora, ogni anno, mi porta o mi manda una bottiglia di prosecco».
di Roberta Scorranese
Fonte e immagini: corriere.it