Società Nazionale di Salvamento, dal 1871... per la sicurezza della vita sul mare
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Comunicazione

Genova, 20 Aprile 2020 – Approfondimento del Prof. Giuseppe Marino, Presidente SNS, del Dr. Alfredo Rossi, Direttore Sanitario SNS, dell’Amm. Dr. Francesco Simonetti, Comitato Medico-Scientifico della SNS.

Coronavirus : il mare e le spiagge
Le incognite connesse con la riapertura della balneazione

A cura di:
Prof Giuseppe Marino, Presidente SNS
Dr. Alfredo Rossi, Direttore Sanitario SNS
Amm. Dr. Francesco Simonetti, Comitato Medico-Scientifico della SNS

Premessa.
La pandemia da Coronavirus e la conseguente COVID-19 hanno modificato radicalmente le nostre abitudini di vita. Mentre scriviamo siamo ben consci del rischio elevato di morbilità e mortalità legato alla pandemia, rischio che è sotto gli occhi di tutti  e che per ora non viene significativamente smentito dalle stime epidemiologiche che ci vengono quotidianamente proposte.

Siamo peraltro di fronte ad un diffuso e ben comprensibile desiderio di “rinascita” che, col volgere della stagione, si fa più acuto e pressante.
Potremo finalmente andare al mare?  Questa è la domanda di vita che tutti ci poniamo.
La realtà dei fatti , le considerazioni medico-scientifiche e i modelli di previsione inducono però ad una motivata cautela, al fine di non vanificare il doloroso percorso finora compiuto, permettendo al contrario una nuova e più severa ondata di contagio.
A questo proposito occorre tenere bene in considerazione le raccomandazioni e le indicazioni strategiche recentemente emanate dalla OMS  (14 aprile 2020)  per quei Paesi che intendono ipotizzare il passaggio dalla fase 1 alla fase 2  e cioè ad una apertura delle attività socio-economiche. Citando letteralmente, questi Paesi dovrebbero assicurarsi che:

  1. la trasmissione virale sia controllata
  2. le capacità del sistema sanitario siano in grado di rilevare, isolare e trattare ogni caso, rintracciando ogni contatto
  3. i rischi di epidemia siano ridotti al minimo in contesti sociali come strutture sanitarie e case di cura
  4. le misure preventive siano in atto nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altre sedi ove le persone possano andare
  5. i rischi di importazione siano adeguatamente gestiti
  6. le comunità siano consapevoli, impegnate e pronte ad adeguarsi alle “nuove norme”
  7. siano implementate una serie di misure per rallentare la trasmissione e salvare vite umane
  8. ogni situazione sia valutata nella tutela dei cittadini, soprattutto dei più vulnerabili

In assenza di questi requisiti la fase 2 è fortemente sconsigliata.
Proviamo dunque a considerare il problema in senso analitico.

Il rischio
Genericamente “rischio” significa la probabilità che accada un evento, connesso a circostanze prevedibili,  in una distanza variabile di tempo.
Nel  caso del coronavirus e conseguentemente della COVID-19, sempre ricordando che gli studi di settore e le acquisizioni scientifiche non sono consolidati,  possiamo oggi definire che il rischio di contagio :

  • aumenta in funzione della densità degli individui
  • aumenta in funzione del numero degli individui infettanti circolanti
  • aumenta in funzione dell’ampiezza e velocità di circolazione degli individui infettanti circolanti
  • aumenta in funzione della carica virale emessa nell’ambiente e della sua concentrazione in aria
  • aumenta in funzione degli individui suscettibili
  • aumenta in funzione della persistenza del virus nell’ambiente

Il cosiddetto “rischio zero” non esiste. Gli sforzi di tutta la comunità scientifica e delle istituzioni nazionali  sono intesi ad una consapevole acquisizione dei concetti di rischio e, conseguentemente, a promuovere  un comportamento virtuoso  da parte della popolazione nell’ accettare e mettere in atto i criteri di contenimento del rischio stesso.

Sicurezza delle acque
Riferendoci specificamente a quanto già pubblicato sul sito della SNS, possiamo affermare con elevato livello di attendibilità che, in assenza di contaminazione legata alla presenza umana:

  • Il mare aperto, così come i litorali non adiacenti a fonti di inquinamento organico non presentano concentrazioni significative di elementi virali, dunque sono sicuri
  • Le piscine a norma di legge, trattate con il cloro e adeguatamente monitorate, non presentano concentrazioni significative di elementi virali
  • I laghi ed i fiumi a rapido scorrimento e non inquinati da sversamenti di natura organica, non presentano concentrazioni virali significative
  • L’ acqua di rubinetto (tap water) fornita dalla distribuzione controllata è esente da virus

La contaminazione di un’area di balneazione
Da quanto esposto sopra  è deducibile  una considerazione che può sembrare ovvia, ma che è davvero il punto nodale della questione:  Il virus nell’ambiente balneare viene trasferito proprio e solo dall’uomo.
Pertanto in una ipotetica  programmazione tecnica e logistica degli accessi e dell’esercizio di un’area di balneazione occorre sottolineare alcune importanti indicazioni. Queste indubbiamente costituiscono limiti evidenti sia alla libertà di movimento individuale, sia alla fattibilità dei programmi. Sono tuttavia oggi condizioni minime ed insieme  inderogabili. Non possiamo in ogni caso dimenticare che la preservazione della vita umana e della salute complessiva di una comunità deve essere prioritaria rispetto ad ogni altra attività dell’uomo e deve essere sentita come dovere per ogni cittadino.

Elementi critici di accesso e di esercizio di un’area di balneazione
(Nota : un documento più articolato su questo argomento è in fase di preparazione da parte della Società Nazionale di Salvamento)
Per Area di Balneazione si intende  una  “Area costiera (mare) o ripariale (laghi e fiumi) contigua all’acqua di balneazione corrispondente, dove possono affluire e sostare le persone che praticano la balneazione, e nelle quali possono essere presenti servizi e infrastrutture per la loro assistenza, ristoro, confort e svago”. (Norma UNI 11745:2019 : Sicurezza della società e del cittadino – Qualificazione delle Aree di Balneazione ai fini della sicurezza dei bagnanti – 30 aprile 2019).
Consideriamo, alla luce dell’emergenza infettivologica attuale, alcuni punti di criticità:

a) per gli operatori

  1. I Bagnini di Salvataggio

Per definizione sono addetti al salvataggio e al soccorso delle persone vittima di sommersione/annegamento  o di altre affezioni acute, essendo essi soccorritori non sanitari professionali, con addestramento al pronto soccorso e al BLSD (rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione, con uso di ossigeno normobarico).  Considerando la probabilità di utenza affetta da COVID-19 o portatrice del virus  occorre che essi siano adeguatamente protetti,  mediante la disposizione e l’uso di dispositivi individuali, quali mascherine, guanti o meglio maschere integrali da poter impiegare durante un soccorso in acqua o a terra. I Bagnini di Salvataggio sono veri “terminali di buona sanità”, attraverso l’opera di indicazione dei comportamenti corretti e di dissuasione da atteggiamenti pericolosi.

  1. Personale di supporto e sorveglianza dell’area di balneazione.

Valgono le stesse regole del punto 1.

  1. Gestori delle aree di balneazione
  • predisporre corridoi di accesso al mare sufficientemente larghi, per consentire la separazione delle persone
  • mantenere pulita la sabbia con frequenti lavaggi onde favorire il filtraggio e la dispersione di elementi patogeni (non solo il Coronavirus)
  • disincentivare l’uso di giochi da spiaggia a scambio tra gli utenti

predisporre la presenza e il libero accesso a gel disinfettanti per le mani

b) per gli utenti

  1. E’ di primaria importanza mantenere le distanze interpersonali suggerite dalla conoscenza medica. Non solo lungo le vie d’accesso agli stabilimenti o alle spiagge libere, non solo nella collocazione in spiaggia, ma anche in acqua. Ricordiamo che in acqua la trasmissione virale da un individuo portatore a uno sano non avviene attraverso l’acqua stessa, ma attraverso l’aria espirata qualora due nuotatori si trovassero troppo vicini.
  2. Utilizzare comunque dispositivi di protezione individuali quando si debba stazionare in spiaggia

Una “patente di immunita” ?
Uno degli obbiettivi più interessanti della ricerca attuale è il perfezionamento dei  test sierologici (segnatamente da prelievo venoso) che permettono l’identificazione dell’avvenuta risposta anticorpale. La presenza di anticorpi (IgM ed IgG) certamente indica che il soggetto è venuto in contatto con il virus, qualsiasi sia stato il livello di manifestazione clinica. Ciò conferirebbe al soggetto stesso un certo grado di immunità nei confronti del virus. Non è attualmente del tutto chiaro se questa immunità sia duratura,  garantisca difesa dalla re-infezione ed insieme una significativa riduzione del potere infettante verso altre persone.
Ciò dipende in realtà da quanto gli anticorpi siano davvero  “neutralizzanti” (quindi in grado di bloccare stabilmente il virus) e da tempo di permanenza degli anticorpi stessi.
E’  auspicabile in un futuro non lontano,  il riconoscimento (certificato) dei soggetti immunizzati,  non infettanti e non a rischio di reinfezione , obbiettivo tuttavia ancora “in progress”.
I soggetti non immuni,  che quindi non hanno contratto il virus dovranno essere particolarmente tutelati in attesa di  essere avviati alla vaccinazione (quando questa sarà disponibile).

Conclusioni
Scopo del nostro lavoro è stato di mettere in rilievo alcuni provvedimenti, istituzionali, sociali ed individuali che consideriamo essenziali ed irrinunciabili per poter immaginare una balneazione possibile, nella quale il rischio possa essere in qualche misura ridotto.
Rimane tuttavia evidente che,  pur comprendendo che la valenza economica delle attività  legate alla balneazione e’ notevole e che gli interessi degli operatori economici del settore sono rilevanti, ci si deve interrogare circa il paradosso per cui attività umane ludiche e di intrattenimento debbano svolgersi anche se gravate da rischi per la vita, propria e degli altri.
In altre parole chiediamoci se, nelle condizioni date, l’offerta di tali attività, specie se proveniente da soggetti istituzionali, sia eticamente sostenibile.
Da ultimo, se anche queste regole possono con estrema difficoltà essere applicate alla balneazione controllata rimane una evidente “terra di nessuno” costituita dalle spiagge libere ove ogni sforzo anche meritorio da parte delle autorità locali, dai comuni e dai sindaci finirebbe per rimanere vano.

Vi ringraziamo.

Genova, 20/04/2020

Scarica l’approfondimento – Coronavirus: il mare e le spiagge (PDF)

Senigallia, 17 Aprile 2020 – Continuano ininterrottamente le attività di protezione civile per il nucleo volontari della SNS Sezione Senigallia sul proprio territorio comunale. 

<<Emergenza Covid-19: al via il progetto “Aiutiamo ad aiutarci”
Parte da oggi una nuova campagna per la raccolta di generi alimentari nei supermercati della città promossa da Panathlon Club di Senigallia, associazione Rumore, Comitato della Protezione civile e vari ristoratori. Lo slogan, particolarmente evocativo, è “Aiutiamo ad aiutarci”, poiché le ricadute economiche dell’epidemia di #Covid19 interessano sempre più famiglie.
L’iniziativa, che intende rafforzare l’attività già svolta dalla Fondazione Caritas attraverso il numero verde 800 76 80 20, vede insieme ai promotori numerose realtà impegnate a offrire sostegno alla popolazione, dall’Amministrazione comunale alle associazioni Panathlon Junior Club, e Rumore, oltre a Caritas e Croce Rossa Italiana, e vari supermercati e attività economiche, tra cui figurano Di Farina in Farina, Antica Macelleria Canestrari, La Resta del Pelo, Matis, Quanto Basta e Pikta Studio.
Chiamando il numero verde 800 76 80 20 si potrà donare generi alimentari, chiedere un pacco, o anche suggerire qualcuno che può averne bisogno.
“Ancora una testimonianza di grande generosità da parte delle nostre associazioni e delle nostre attività economiche – afferma il sindaco Maurizio Mangialardi – che con la costruzione di una rete di negozi e volontari mira a soddisfare il fabbisogno alimentare di famiglie che patiscono economicamente le difficoltà generate da questa tremenda crisi sanitaria. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che si stanno impegnando concretamente in questo importante progetto: dai volontari della Protezione civile, chiamati a raccogliere e diffondere i generi alimentari, ai supermercati che hanno dato la disponibilità a creare delle apposite isole di raccolta al loro interno, fino ad arrivare a tutte le realtà cittadine coinvolte: Panatlhon Club, ass. Rumore, Fondazione Caritas, Croce Rossa Italiana, Cngei, Società di Salvamento, Falchi della Rovere, Stracomunitari, Associazione Misa, Brigate Volontarie e la Cooperativa Undicesimaora. Un grazie, infine, anche ai consiglieri comunali Roberto Paradisi e Luigi Rebecchini, i quali si sono fatti promotori dell’iniziativa presso i punti vendita”. >>

tratto dalla pagina facebook del Comune di Senigallia 
https://www.facebook.com/680752685269934/posts/4022131391132030/?d=n

Fonte e immagine: Comune di Senigallia – SNS Senigallia

Milano, 15 Aprile 2020 – L’aggiornamento del Dr. Alfredo Rossi, Direttore Generale Sanitario della Società Nazionale di Salvamento.

Coronavirus : un futuro prevedibile
diffusione, fisiopatologia, diagnosi, immunità, sicurezze

Dr. Alfredo Rossi
Direttore Generale Sanitario
Società Nazionale di Salvamento
Genova

Questo documento vuole essere un aggiornamento dei precedenti “Coronavirus: facciamo il punto”, e “rifacciamo il punto” già pubblicati sul sito della SNS (www.salvamento.it)

Lo stato attuale delle conoscenze medico-scientifiche, i dati epidemiologici, gli studi in essere delle modalità di infezione e soprattutto degli aspetti anatomopatologici legati allo sviluppo della COVID-19 ci permettono le considerazioni di questo articolo.
Ben sappiamo tuttavia che questa complessa materia è in continua evoluzione: pertanto ciò che andremo a dire sullo “stato dell’arte” potrebbe subire nel tempo variazioni anche sostanziali, delle quali sarà nostra cura, come Società Nazionale di Salvamento, rendere puntualmente conto.

1  –  la diffusione del virus

E’ ormai ben noto che siamo di fronte ad una vera pandemia, come da dichiarazione ufficiale della OMS.
La presenza del virus è più rilevante nelle aree ad elevata densità di popolazione, soprattutto nei contesti “occidentali”,  ove i contatti di lavoro, gli scambi interpersonali e la mobilità delle persone hanno consentito e purtroppo ancora consentono una diffusione (“spreading”) difficilmente contenibile.
Il virus è estremamente diffusibile: per contatto interumano diretto, attraverso oggetti, per trasmissione mediante aria espirata, sia  a breve distanza (goccioline di Flugge o “droplet”) , sia, verosimilmente, anche a distanza maggiore (aerosol).
Da qui la misura primaria  raccomandata con necessaria insistenza da tutte le società scientifiche e dalle istituzioni competenti e che anche noi ci permettiamo di sottolineare:

  • rimanere a casa !
  • usare dispositivi di protezione individuali (guanti, mascherine)
  • lavare le mani e disinfettare le superfici di contatto

La presenza di aree geografiche esenti da virus, come pure la netta riduzione della diffusione in regioni ove è stato attuato un contenimento molto stretto (vedi Israele) dimostrano la validità di questo assunto.

2  –  fisiopatologia e modificazioni terapeutiche

Nel corso di questi ultimi due mesi gli studi teorici e soprattutto l’osservazione dei pazienti in Terapia Intensiva, nonché i riscontri autoptici ci hanno portato ad una miglior conoscenza dei processi fisiopatologici che il virus induce una volta entrato nell’organismo.
In sintesi, quella che inizialmente pareva essere solo una affezione respiratoria (polmonite interstiziale a focolai multipli)  oggi appare invece configurarsi come malattia sistemica, che coinvolge cioè numerosi altri organi:  il cuore (miocardite), l’intestino, il sistema nervoso ed altri.
In particolare appare ormai evidente come la risposta infiammatoria dell’individuo al virus, pur essendo finalisticamente  indirizzata all’eliminazione del virus stesso, possa assumere caratteristiche di elevata intensità, quasi “autoaggressione”. In molti pazienti poi è stato rilevato un aumento patologico degli indici di coagulazione e di attivazione piastrinica, con esito in tromboembolia sistemica e spesso in embolia polmonare acuta e mortale.
Da queste osservazioni  derivano le proposte di “aggiustamento” terapeutico, anche nelle fasi più precoci, con schemi più personalizzati e con uso di antiinfiammatori , immunomodulatori , corticosteroidi, eparina.
I risultati di questo viraggio terapeutico sembrano davvero incoraggianti, sempre ricordando che devono essere attuati sotto diretto controllo medico.
Ricordiamo infine che ancora non possediamo un farmaco antivirale diretto e specifico per il Coronavirus.

3  –  diagnosi e immunità

Rimane evidente che la diagnosi puntuale di  infezione virale è riservata al tampone nasofaringeo.
In un futuro non lontano, mediante il perfezionamento dei test sierologici di identificazione dell’avvenuta risposta anticorpale  (IgM ed IgG specifiche) e ammettendo la possibilità di una indagine di massa, si potranno configurare due strati di popolazione:

  • i soggetti immunizzati (IgG presenti) , non infettanti e non a rischio di reinfezione (dato da confermare)
  • i soggetti non immuni (IgG assenti) che quindi non hanno contratto il virus e che devono essere tutelati in attesa di essere avviati alla vaccinazione (quando sarà disponibile)

4  –  le acque: sicurezza in balneazione

La questione della persistenza del Coronavirus nell’acqua e più in generale nelle acque destinate alla balneazione è dibattuta e attualmente in fase di studio, vista la recentissima comparsa epidemiologica di questa variante virale, rispetto ad altre più note (vedi SARS-2).
Gli articoli in letteratura internazionale (*) sono infatti generalmente datati . A questi lavori si riferiscono osservazioni più recenti, che tuttavia  utilizzano spesso criteri di assimilazione logica, mancando studi controllati o prospettici sul Coronavirus.
Una sintesi rapida di questa Letteratura viene qui riassunta:

  1. il Coronavirus NON è presente nell’acqua di rubinetto (tap Water) fornita dalla distribuzione controllata e monitorata
  2. NON è presente a livelli critici in acque dolci limpide e non contaminate (laghi, fiumi non inquinati e a rapido scorrimento)
  3. NON è presente a livelli critici in mare aperto ( ciò in rapporto alla concentrazione di NaCl , in media il 25 %, e per l’azione dei  raggi UV)
  4. NON è presente nelle piscine adeguatamente trattate con cloro (cloro sovranatante ai limiti superiori della norma di legge)
  5. E’ criticamente PRESENTE nelle acque reflue da scarichi organici (per la trasmissione fecale)
  6. E’ PRESENTE nelle aree marine adiacenti allo sversamento di scarichi organici, come pure altri ben noti enterovirus nonchè enterobatteri 
  7. potrebbe essere presente in sedimenti marini o in molluschi, specie quelli filtranti (cozze, ricci, organismi bivalve). Questo dato tuttavia è incerto e attende conferma.

Si potrebbe dunque concludere che la balneazione in acque aperte e limpide è sicura. Resta ovviamente aperta la questione dell’accesso a tali aree che, allo stato attuale delle cose, necessita di adeguate precauzioni  individuali e di piani di sicurezza che prevedano una razionale  regolamentazione dei flussi.

In questa ottica appare fondamentale il ruolo di controllo dei Bagnini di Salvataggio.

______________________________________________

(*)   

  • Albert Bosch, F. Xavier Abad, and Rosa M. Pint´o : Human Pathogenic Viruses in the Marine Environment. Oceans and Health: Pathogens in the Marine Environment. Edited by Belkin and Colwell, Springer, New York, 2005.
  • Lisa Casanovaa,*, William A. Rutalab, David J. Weberb, Mark D. Sobseya : Survival of surrogate coronaviruses in water. Water research, 43 (2009) , 1893-88.
  • EHS Water O.U. Advice note to EHS on COVID-19 in chlorinated drinking water supplies and chlorinated swimming pools Version 3 5 March 2020
  • World Health Organisation recommendation quoted in Environmental Protection Agency. Water Treatment Manual Disinfection 2011 page 43.
  • Select Effective Disinfectants for Use Against the Coronavirus That Causes COVID-19. https://www.infectioncontroltoday.com/environmental-services/select-effectivedisinfectants-use-against-novel-virus-covid-19 accessed 2nd March 2020

Vi ringrazio.

Milano, 15/04/2020

Scarica la nota di aggiornamento – Coronavirus: un futuro prevedibile (PDF)

Genova, 11 Aprile 2020 – Comunicazione ai Direttori delle Sezioni Territoriali SNS.

A tutti i Direttori delle Sezioni Territoriali S.N.S.

Carissimi,

il Consiglio Direttivo della SNS ha deliberato all’unanimità di riconoscere un “Diploma di Benemerenza” ai volontari impegnati nell’emergenza Covid-19.
L’intervento dei volontari SNS è una testimonianza dei valori di solidarietà e di disponibilità verso gli altri, che coincidono con i valori fondanti del nostro sodalizio.
I Direttori di Sezione ed i responsabili dei gruppi di protezione civile faranno pervenire a mezzo e-mail a sede.nazionale@salvamento.it i nominativi dei volontari.
I diplomi potranno essere scaricati dai titolari dal nostro sito istituzionale. In occasione della celebrazione del nostro 150° anniversario, che ci auspichiamo di celebrare nel 2021, il suddetto diploma verrà consegnato in originale ed in forma solenne.
Sempre riconoscenti per la professionalità e la grande generosità che i nostri volontari stanno mostrando sul campo, invio gli auguri più affettuosi di una buona Pasqua e di un migliore futuro per tutti noi.

#pasquaacasa

Fraterni saluti.

p. il Consiglio Direttivo
Il Presidente Nazionale

Dott. Prof. Giuseppe Marino
Società Nazionale di Salvamento
Genova

Scarica la nota Diplomi di benemerenza ai volontari SNS – Comunicazione ai Direttori Sezioni Territoriali (PDF)

Massa, 10 Aprile 2020 – “Non chi comincia ma quel che persevera”, così pronunciava Leonardo Da Vinci, e così le squadre della SNS di Massa e Montignoso continuano nell’impegno di assistenza ai cittadini di Massa, Carrara e Montignoso.
Attivati dal COC del Comune di Massa, i volontari SNS hanno consegnato le spese alle persone in quarantena, inoltre si sono prodigati per recapitare ad ogni alunno che ne avesse necessità, tablet o Pc, messi a disposizione dagli Istituti scolastici del territorio, al fine di farli proseguire nell’apprendimento scolastico e quindi partecipare alle lezioni online.

Fonte e foto: SNS Sez. Massa e Montignoso

Verona, 9 Aprile 2020 – Emergenza Covid19: continua l’operazione di smistamento della fornitura di mascherine dalla Regione Veneto. I volontari della Società Nazionale di Salvamento Sezione di Verona sono impegnati nella suddivisione degli scatoloni e nella consegna per i distretti di Verona e del territorio provinciale.
Poche immagini, valgono mille parole.

Fonte e foto: SNS Sez. Verona

Genova, 8 Aprile 2020 – Comunicazione del Prof. Giuseppe Marino, Presidente della Società Nazionale di Salvamento, indirizzata ai Direttori delle Sezioni Territoriali SNS.

A tutti i Direttori delle Sezioni Territoriali S.N.S.

Carissimi,

ritengo di fare cosa gradita inviare a tutti Voi la lettera di Angelo Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Farvene partecipi è doveroso perché in essa è rappresentato il riconoscimento della Vostra generosa disponibilità.

Con l’occasione, e unitamente al Capo del Dipartimento, invio a nome di tutto il Consiglio Direttivo i migliori auguri di una serena Pasqua piena di buoni auspici.

Il Presidente Nazionale
Dott. Prof. Giuseppe Marino
Società Nazionale di Salvamento
Genova

Scarica la lettera di Angelo Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile (PDF) 

Scarica la Comunicazione ed auguri del Presidente SNS ai Direttori delle Sezioni Territoriali (PDF)

Genova, 8 Aprile 2020 – Riportiamo l’articolo di Paola Provenzali pubblicato il 07/04/2020 sul quotidiano “Il Secolo XIX” . Continua l’operazione di raccolta dei volontari della Società Nazionale di Salvamento: trasformate per l’ossigenazione, le prime sono state consegnate al Comune di Genova.

Leggi anche:
Genova: i bimbi donano le maschere per salvare una vita in più del 07/04/2020
Genova: il grande cuore dei bagnini del 24/03/2020

Fonte e immagini: Il Secolo XIX

Foto: SNS

Genova, 8 Aprile 2020 – Con grande orgoglio comunichiamo che la IMRF – International Maritime Rescue Federation ha pubblicato sul proprio sito web l’articolo “Italy establishes national observatory on drowning” (L’Italia istituisce un osservatorio nazionale sull’annegamento).

Leggi l’articolo “Osservatorio Nazionale sugli Annegamenti” in italiano (di Romano Grandi).

Link all’articolo su IMRF Website: https://www.international-maritime-rescue.org/news/italy-establishes-national-observatory-on-drowning

imrf logo

dal sito IMRF:
“Questo articolo fa seguito a una presentazione di Romano Grandi dell’italiana Società Nazionale di Salvamento (SNS) al Meeting Regionale Europeo dell’IMRF a Dubrovnik nell’ottobre 2019”.

Fonte: IMRF – International Maritime Rescue Federation

Milano, 7 Aprile 2020 – L’approfondimento del Dr. Alfredo Rossi, Direttore Generale Sanitario della Società Nazionale di Salvamento.

Coronavirus: rifacciamo il punto
I test diagnostici

Dr. Alfredo Rossi
Direttore Generale Sanitario
Società Nazionale di Salvamento
Genova

Questo documento vuole essere un aggiornamento del precedente “Coronavirus: facciamo il punto”, già pubblicato sul sito della SNS (www.salvamento.it)

1  –  Come si arriva ad una diagnosi (in vivo) di infezione da Coronavirus ?
Sostanzialmente in due modi:

  1. Dimostrazione diretta della presenza del virus;
  2. Dimostrazione indiretta mediante l’analisi sierologica della risposta anticorpale.

2  –  Identificazione diretta del virus
Si ottiene mediante esecuzione di un tampone nasofaringeo.

Consiste  nel prelievo di materiale biologico presente nelle prime vie respiratorie (più agevolmente dalla faringe). Il campione sigillato viene inviato in laboratorio. Il test consiste nell’individuare la presenza di RNA virale (specifico) mediante una complessa procedura di estrazione e amplificazione denominata PCR (reazione a catena della polimerasi). Il test è altamente specifico e sensibile.
Un esito positivo significa che il soggetto è infettato da Coronavirus.
Un esito negativo significa che il soggetto non è in quel momento infettato. Ciò tuttavia non esclude alcuna possibilità di infezione nel periodo seguente l’effettuazione del test.

3  –  Dimostrazione indiretta : analisi sierologica
Come in ogni infezione da agente esterno (patogeno o meno) il sistema immunocompetente tende a produrre anticorpi di difesa per poter confinare o eliminare l’ ”ospite indesiderato”.

La produzione anticorpale è un fenomeno complesso , che avviene per tappe successive:

  • Produzione precoce di Immunoglobuline di tipo M (IgM) : avviene in circa 7 – 10 giorni
  • Produzione di Immunoglobuline tipo G (IgG) : seguono le IgM , compaiono dopo circa 14 giorni, aumentano l’efficacia della risposta difensiva e conservano a lungo la cosiddetta “memoria immunitaria”, che consente all’ individuo di essere pronto per contrastare una eventuale reinfezione

Sono necessarie alcune considerazioni:

  1. I test sierologici per essere affidabili devono essere sensibili e specifici ( i cosiddetti ‘falsi positivi’ e ‘falsi negativi’ devono essere minimi);
  2. Occorre limitare ogni possibile “cross- reattività” con altri patogeni affini, quali altri coronavirus umani , diversi dal coronavirus responsabile della COVID-19;
  3. Una sierologia negativa, anche per IgM, non esclude che il soggetto abbia appena contratto l’infezione e che sia ancora nella fase precedente la comparsa delle IgM stesse. Quindi un soggetto potenzialmente infettante. In questa fase il golden standard diagnostico è solo il tampone nasofaringeo.
  4. Non è attualmente del tutto chiaro se un soggetto con anticorpi (IgM ed IgG) non sia ancora per un certo tempo contagioso: il processo di reale eliminazione del virus può essere più lento. Esistono ad esempio virus , come l’HIV , per cui la risposta anticorpale , pur documentabile, non neutralizza il virus stesso.  Per fortuna, da indagini preliminari, sembra che le Immunoglobuline prodotte  contro il Coronavirus responsabile della COVID-19 siano neutralizzanti.

4  –  Test sierologici : tipi e utilizzo epidemiologico
Secondo un modello puramente teorico si potrebbe sostenere che se una persona è clinicamente guarita ed ha anticorpi neutralizzanti:

  • È protetta da una eventuale re-infezione, poiché il virus viene bloccato, quindi
  • Non rischia di ammalarsi di nuovo
  • Non trasmette ad altri l’infezione

Ma la storia della malattia COVID-19 potrebbe rispettare appieno questo modello?
Solo il futuro potrà dare la risposta.
Da un punto di vista pratico, al di là del rationale scientifico, va doverosamente sottolineato che, sia a livello immuno-virologico che a livello istituzionale, lo sforzo attuale è diretto alla identificazione del test migliore, che offra caratteristiche di fattibilità, rapidità, sicurezza, specificità/sensibilità, costo.
In questo contesto appare promettente un test ematico elaborato dalla DiaSorin in collaborazione con il Policlinico S. Matteo di Pavia: il kit permette si rilevare in tempo rapido, attraverso un segnale luminoso,  la presenza  di  anticorpi IgG diretti specificamente contro i domini S1 e S2 della proteina spike del coronavirus.

Un test affidabile potrebbe in tempi relativamente brevi consentire di classificare (epidemiologicamente) le caratteristiche di quella popolazione in possesso di una sorta di “patente di immunità”.
Se questo status immunologico risultasse stabile, neutralizzante e protettivo si potrà davvero parlare di guarigione.

Vi ringrazio.

Milano, 07/04/2020

Scarica la nota – Coronavirus: rifacciamo il punto (PDF)