Roma, 23 Luglio 2019 – Adnkronos Salute intervista Giuseppe Marino, Presidente della SNS.
“Società nazionale salvamento, migliora sensibilità bagnanti verso sicurezza ma la prevenzione è tutto”
La Società nazionale di salvamento definisce il fenomeno come “una strage silenziosa” e valuta che oltre l’80% degli annegamenti “riguarda gli uomini e le cause sono riconducibili a comportamenti audaci e sprezzanti di fronte al pericolo”. Questi numeri, al di là di oscillazioni percentuali poco significative, sono fermi da alcuni anni, quasi si fosse formato di fronte ad essi uno scoglio insormontabile. “Recentemente è stato istituito un Osservatorio per monitorare questo fenomeno, che vede il contributo dei diversi enti, tra cui il nostro, i ministeri dell’Ambiente e della Salute, le Capitanerie di porto – ricorda Marino – con l’obiettivo di avere a fine stagione, tra ottobre e novembre, un quadro esatto degli annegamenti e delle cause”.
Ma per quale motivo si continua a morire sulle spiagge o nelle piscine? “Negli anni la sensibilità dei cittadini nei confronti della sicurezza in mare è migliorata – avverte il presidente Marino – ma è chiaro che il problema sono le spiagge libere, dove non c’è il bagnino di salvataggio. In questi tratti di costa la sorveglianza latita e chiaramente aumenta il numero di incidenti. Spesso i comuni non hanno i fondi per garantire il servizio, mentre invece gli stabilimenti devono garantire la presenza del bagnino. Occorre investire su questo fronte”.
In spiaggia o in piscina, l’occhio vigile del bagnino può prevenire l’annegamento “perché è formato per essere attento ad alcune situazioni di pericolo, ad esempio – spiega Marino – in piscina gli annegamenti sono silenziosi e non attraggono l’attenzione di chi nuota accanto. Solo il bagnino è addestrato per capire quando sta accendo qualcosa di fatale e intervenire”.
La Società nazionale di salvamento segnala “100 mila soggetto con brevetto. Non tutti lo fanno per lavorare, ma abbiamo i numeri per coprire tutte le coste italiane. Calcolando in Italia circa 30 mila stabilimenti balneari, in media ognuno deve avere almeno tre bagnini – conclude il presidente – Poi ci sono gli stagionali. E’ chiaro che per fare la prevenzione non mancano certo le risorse umane, ma la volontà di mettere in sicurezza tutte le spiagge libere”.
La Società nazionale di salvamento ha elaborato anche un decalogo per “un bagno sicuro”:
1) Se non sai nuotare non entrare in acqua al di sopra della cintura;
2) Non entrare in acqua dopo una prolungata esposizione al sole. Forti sbalzi di temperatura possono essere molto pericolosi;
3) Nuota sempre in coppia, mai da solo! Nuota sempre all’interno della zona di riservata alla balneazione;
4) Non continuare a nuotare quando sei stanco. Riposati sul dorso e poi vai verso riva. Se hai bisogno, non esitare a chiedere aiuto. E non allontanarti dalla riva, ma nuota parallelamente alla costa
5) Evita di tuffarti quando non conosci il fondale: può rivelarsi molto pericoloso;
6) Attento all’apnea! Evita l’iperventilazione prima dell’apnea;
7) Prendere il sole per la nostra salute è molto importante, ma solo con moderazione;
8) Bandiera rossa: condizioni marine sono pericolose, non entrare in acqua;
9) Non raccogliere siringhe od oggetti taglienti sulla spiaggia, segnalane la presenza al tuo bagnino;
10) Dopo aver scoperto quale meraviglia sono gli animali del mondo sommerso, lasciali vivi e liberi di nuotare nel loro ambiente.
Lo scorso 19 luglio è stata lanciata la Campagna nazionale di sensibilizzazione e prevenzione incidenti e annegamenti in eta’ pediatrica anno 2019. Uno spot televisivo di 30 secondo in onda da luglio a fine agosto sulle reti Rai, Sky e LA7 ricorda ai genitori il loro ruolo per l’educazione e la sicurezza acquatica dei loro bambini. Protagonisti dello spot l’ex calciatore e campione del mondo 2016 Gianluca Zambrotta e Nicola Brischigiaro, primatista mondiale di apnea ed esperto di educazione acquatica.